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La
libertà è il bene più grande che coltivo e custodisco nella mia
vita; non per isolarmi ma per donarmi agli altri spontaneamente e con
gioia.
Conoscenza,
possesso e dono di sé sono le fasi necessarie affinché all'egoismo
e alla paura possa sostituirsi il coraggio della consapevolezza, per
iniziare a vivere padroni delle proprie scelte e dirigerle verso il
bene comune |
Yoga
La
pratica dello yoga è entrata nella mia vita senza che dovessi
faticare molto per accettarla. Anzi, il togliere tempo allo scorrere
inesorabile delle giornate per dedicarlo ad uno spazio d'esperienza
che mette in contatto con l'infinito, con l'eterno e con il Tutto si
è rivelato determinante per la mia evoluzione, fino a diventarne
l'asse portante. Attraverso le tante trasformazioni che ho fin qui
vissute, lo yoga è rimasto fermo e immutabile, immune dal gioco
delle illusioni che ancora si contendono il primato sulla mia mente.
Sullo
yoga si potrebbero dire tante cose. Qui - nel presentare il mio
lavoro di artista alla luce della spiritualità che, anche grazie
allo yoga, coltivo - sento di dover in primo luogo ringraziare e
benedire tutti le grandi Anime che da tempo immemorabile si assumono
il compito di renderlo vivo e di tramandarne insieme tradizione e
innovazione. Alcuni di questi insegnamenti hanno attraversato
direttamente la mia esperienza, lasciando in essa semi di conoscenza
preziosi e fecondi.
Ho
personalmente incontrato alcuni di questi maestri, mentre di altri mi
è giunta l'eco attraverso le pagine di un libro, le parole di un
racconto. Tutti hanno contribuito a demolire il mio falso Io,
generatore di separatezza, e a tracciare le nuove coordinate entro le
quali muovermi verso una ritrovata identità unitaria e comunitaria
dell'intero genere umano. |
Nonviolenza
Rendo
qui testimonianza ad un vero maestro di vita e risvegliatore di coscienze che ho avuto la buona
sorte d'incontrare: Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, fondatore dell'Ordine dell'Arca, oggi
trasformatosi in Comunità dell’Arca. |
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Il suo insegnamento mi ha fornito l'occasione di sperimentare l'efficacia della pratica nonviolenta nella prevenzione e nella guarigione dal male originale che mina la felicità ed il benessere della comunità umana fin dal suo nascere: il peccato del conflitto.
Averlo
incontrato, aver incontrato il suo sguardo, la sua parola, i fratelli
e le sorelle che di lui si sentono figli spirituali, mi rende
immensamente grato a chi continua a studiare e promuovere la
nonviolenza con ardore e sincerità. Perchè anche il semplice
pensarci può diventare occasione di conversione. È un esercizio che
parte dalla mente, dall'intelligenza, per arrivare al cuore; e se
nessuno te lo indica, rimane dormiente, ignorato ed anche rimosso,
tanto difficile è, a volte, il dovercisi confrontare.
La
nonviolenza è quel “pane quotidiano” che, anche come Rastafariani,
chiediamo al nostro Dio. Quel nutrimento essenziale per poter
veramente trovare la forza di “rimettere i debiti dei nostri
debitori” e partecipare al Suo Regno.
Per
ulteriori informazioni sulla Comunità dell'Arca vedere:
www.arca-di-lanzadelvasto.it
www.arche-nonviolence.eu
www.arche-de-st-antoine.com
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Esistono
due tipi di attenzione: il primo lo potremmo definire
concentrazione. Per capire cos'è la concentrazione è bene
ricordare che quando la tua attenzione si focalizza su un punto, essa
diventa inconsapevole di tutti gli altri. Se un ago viene infilato
nel tuo corpo, tutta la tua attenzione si trasferisce nel punto in
cui l'ago penetra. Subito diventi inconsapevole di tutte le altre
parti del corpo. Questa è la concentrazione dell’attenzione.
Quand’essa converge su un solo punto e lì si fissa, evidentemente
tutte le altre parti vengono negate, scompaiono nel buio. Per questo,
sebbene la concentrazione sia un addensarsi dell'attenzione, allo
stesso tempo è anche un'espansione dell’inconsapevolezza. Le due
cose accadono insieme. OSHO |
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